Vincenzo Ananìa (Trani, Italia, 1932). Ex magistrado. Poeta y editor y director de una revista de poesía. Premio Gatto 1993.
ERMITA
¿Una ermita abandonada? puertas desgarradas
trofeos deshechos del pez espada en las paredes
un jarro de vino que sabe a vinagre
y el manuscrito con los versos corregidos
la Biblia abierta por el Génesis.
Desde la ventana picada de guano y arena
veo el mar a través de los muros
y rígido en una barca inmóvil
con el surco de la soga en el cuello
el retrato del hombre sobre la chimenea.
(de Las alas de Darwin, 1999)
La caída
MUDÓ sin querer: perdió
las alas, tierra fue la vida –
el cielo, todo a los dioses.
Voló en la idea de infinito.
En la antología Poesía italiana actual,
de Emilio Coco. Editada por Fugger-Sial
Antropos
Si affaccia all'orlo:
sotto, oltre la nebbia,
è il giardino o l'abisso,
più sotto la piazza
con l'orologio grande
il tarlo che lo rode
fino all'attimo di marmo.
A ingannare il tempo
volge l'occhio malfermo
al passato, alla ragazza
che inseguita dalla scimmia
fa i gradini a due a due
con la bocca impudica
piena e vuota.
Testamento
RESTITUIRÒ alla pietra la maldestra
infelice mano destra (io mancino)
e all'orto dove nacqui i piedini
che nostalgici d'utero non crebbero.
Il petto a una coppia di aquiloni,
nido per molte generazioni. Gli occhi,
sopito lo stupore per la vita
e ormai volti all'insù, spettano al cielo
per diritto. Il cuore me lo tengo
e stretto, a scandirmi ogni momento
dell'eterno. Al mare lascio le orecchie
per farne grotte risonanti di luce
e di risacche, verdi litanie,
che ripetano Anania, Anania...
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