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viernes, 2 de marzo de 2012

6189.- UMBERTO FIORI


Umberto Fiori ( Sarzana , 1949 ) es un maestro, escritor, poeta y músico italiano.
Lasciato il mondo della musica nei primi anni ottanta, si dedica a tempo pieno alla poesia, alla quale già si era già interessato prima dell’ avventura Stormy Six. Nel 1986 viene pubblicato il suo primo libro di poesie intitolato Case (San Marco dei Giustiniani, ISBN 8874940459), al quale seguono, tutte edite da Marcos y Marcos, le raccolte Esempi (1992, 2004, ISBN 8871684575), Chiarimenti (1995, ISBN 887168124X), Parlare al muro (1996, ISBN 8871681568), Tutti (1998, ISBN 8871682246 ) e La Bella Vista (2002, ISBN 8871683404).
Insegnante e saggista, ha collaborato come docente di letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano.
Ha pubblicato anche un romanzo breve, dal titolo La vera storia di Boy Bantàm (Feltrinelli, 2007, ean 9788860870568) e la raccolta di saggi sulla poesia La poesia è un fischio (Marcos y Marcos, 2007, ISBN 8871684575).
Nel 2009 è stato pubblicato il suo ultimo libro di poesie, "Voi" (Mondadori, ISBN 8804588470).





Silueta


Como cuando una noche
me indicaron una cama
y me dijeron: mira, ésta es la tuya.


Di las gracias,
separé el edredón. Debajo había
estampada en la sábana
una silueta negra,
perfecta: cabeza, tronco, piernas, brazos
como calcados con grafito,
excavados por el peso en el colchón
y en la almohada. Recordaba al hombre
que se dibuja con tiza en el suelo
en torno al herido.


Igual que el tornillo gira
en su rosca, me tumbé
en la forma de todos
y con un ojo abierto
me quedé dormido.


Traducción de Eloy Santos
Campo de retama
13 poetas italianos contemporáneos




Sagoma


Come quando una notte
mi hanno indicato un letto
e mi hanno detto: ecco, questo è il tuo.


Ho ringraziato,
ho scostato il piumino. Sotto c’era
stampata sul lenzuolo
una sagoma nera,
perfetta: testa, tronco, gambe, braccia
come passati per la grafite
e scavati dal peso nel materasso
e nel cuscino. Faceva pensare all’uomo
che si traccia col gesso per terra,
intorno al ferito.


Come una vite gira
nel suo filetto, io mi sono steso
nella forma di tutti
e con un occhio aperto
ho dormito.


(De Tutti, Marcos y Marcos, Milano, 1998)














Bien


VERSIÓN DE DULCE MARÍA ZÚÑIGA


Bien


Sus acusaciones, sus
reproches, de nuevo.
Mientras los rebato
como puedo, uno a uno,
citando hechos, nombres, fechas,
mientras con los dedos hago el recuento de mis dos,
tres, cuatro méritos
y en plena cara le aúllo mi vida
no dice nada: me mira.


Las orejas rojas, las venas
hinchadas en el cuello
—¿qué está mirando? Lo sé, sé que el bien
es diferente.


¿Pero no se apiada
de ver cómo
cada día estoy aquí
arremedándolo?






Bene


Le vostre accuse, i vostri
rimproveri, di nuovo.
Mentre li smonto
come posso, uno a uno,
citando fatti, nomi, date,
mentre riconto sulle dita i miei due,
tre, quattro meriti
e vi abbaio sul muso la mia vita
non dite niente: mi guardate.


Le orecchie rosse, le vene
gonfie sul collo
– cosa guardate? Lo so, lo so che il bene
è diverso.


Ma non vi fa pietà
vedere come
ogni giorno son qua
a fargli il verso?



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