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sábado, 27 de julio de 2013

PAOLO VALESIO [10.255]


PAOLO VALESIO

Nacido en Bologna, ITALIA en 1939, dirige el departamento de italianística de la Universidad de Yale (New Haven, Connecticut, Estados Unidos). Es un poeta que centra su poesía en lo religioso, narrador y crítico.

Libros de poesía:

Prose in poesia (Guanda, 1979).
La rosa verde (Clessidra, 1987).
Dialogo del falco e dell’avvoltoio (Nuovi Autori, 1987).
Le isole del lago (Edizioni del Leone, 1990).
La campagna dell’Ottantasette (Scheiwiller, 1990).
Analogia del mondo (Campanotto, 1992).
Nightchant (Snowapple Press, 1995).
Sonetos profanos y sacros (Ediciones Canarias, 1996).
Avventure dell’Uomo e del Figlio (Caramanica, 1996).
Anniversari (I Quaderni del Bardo, 1999).
Piazza delle preghiere massacrate (Edizioni del Laboratorio, 1999).
Dardi (I Quaderni del Circolo degli Artisti, 2000).

Obras de narrativa:

L’ospedale di Manhattan (Editori Riuniti, 1978).
Il regno doloroso (Spirali Edizioni, 1983).
S’incontrano gli amanti (Edizioni Empiria, 1993).
Tradimenti, (Quaderni del Masaorita, 1994).

Libros de crítica y ensayística:

Strutture dell’alliterazione (Zanichelli, 1968).
Novantiqua (Indiana University Press, 1980).
Ascoltare il silenzio (Il Mulino, 1986).
Gabriele d’Annunzio. The Dark Flame (Yale University Press, 1992).
Dialogo coi volanti (Cronopio, 1997).






Si las palabras surgen en surtidor, 
y se derraman hacia fuera  
entonces las jaculatorias
son las eyaculaciones del corazón. 
Si en cambio son dardos arrojados
hacia contra Dios, entonces la fe grita y alza el puño.






en el cielo están escritas las palabras
de la esperanza y de la compasión  
pero levantar la cabeza  
es difícil, cegador». 

¿Es el espíritu de la contemplación  
quien le llama? 
Sí, pero es también el cansancio 
que le ha veteado el cabello 
y que retarda todos sus movimientos.








sobre la plegaria y un temor ondea 
en cada trazado de mi pluma:  
¿y si fuera una fina blasfemia,  
o quizás sólo una ociosa disfemia? (dardo 26).









I. Le solitarie


I ricordi son sempre imprevedibili

      Certe donne-colonne profondamente serie
coi seni tuberosi ma solo indovinati
e le cosce bagnate nell’ombra:
i corpi irraggiungibili aiutano a pensare.
Houston, Texas
Museum of Fine Arts
17 aprile 2004


In cucina

Un uomo solo –
mentre sgurava il fondo della pentola
con la spugna metallica
e con le unghie
strappava i fili della pasta fredda
come scarmigliature –
gli è apparso per un attimo il corpo di san Paolo
dentro il Carcere Mamertino
e ha sentito un insulto
di commozione –    
l’uomo che vive solo
è esposto a ogni guasto
e vede bene
quanto è facile massacrare un corpo.

Laghetto
2-3 maggio 2004


Imitatio Christi, 1

      Gli occhi della sua mente non pervengono
a veder come sia il Santo Volto –
eppure non rinunzia:
le sue visite all’arte e alla vita
mirano tutte in fondo
a trovare quel viso.

      Comincia in questi giorni
a pensare che il Volto
stia anche nello stampo 
e concava forma
del suo stesso viso
tra le palme affossato
mentre l’ostia si sbriciola in bocca
e dentro il corpo si espande.

Laghetto
7-9 marzo 2004


Imitatio Christi, 2 
      
      Da Giuseppe, Gesù ha imparato
la carpenteria
dell’universo mondo. 
Lui invece, avendo fallito
ogni sua costruzione, 
è ridotto a rendere
omaggio disperato
al Figlio del Falegname
con un’arte più povera e più tenue:
la tessitura dell’intellezione
che estende gli invisibili notturni
fili delle preghiere.

Bologna
Via Guerrazzi
12-14 maggio 2004


L'anticamera del ‘Credo’

      Ha ascoltato alla radio una canzone
che diceva “Do you believe in fate?"
ma aveva creduto di sentire:
"Do you believe in faith?"
e ‘Sì’ ha risposto,
parlando al parabrezza
e all'aria carezzante
traverso il finestrino:
‘Sì, io credo che esista qualche cosa
di roccioso e di vitreo: la fede;
e in sua bellezza io credo
e penso anche di credere
nel midollo nascosto
dentro la scintillante
e diamantina pietra
(il midollo leonino)
e questa persistente impressione
di esser possesso da una convinzione
vivacizza talvolta la mia vita
nel momento in cui sta per abbattersi’.

North Branford - New Haven
11 settembre 2004


L’antica danza

      Di Rumi, del poeta danzatore
egli è ammiratore
ma non riesce a salire alla sua estasi. 
Lui scriba oscuro rùmina
pesante sul terreno.
Ma anche quaggiù si stende
la tenera la dolce
mano leggera.

Laghetto
4-5 dicembre 2004


Compianto 
Per Germano Valesio
      E se avesse abbracciato
un padre trapassato
dal preciso proiettile
di un franco tiratore
in un semi-assediato
interno di città? Forse 
allora avrebbe pianto finalmente 
(come invece nel fatto non ha fatto)
con l’eloquenza
della bocca sbarrata.
Laghetto
26 febbraio 2005


II. Le sparse e sperse


Preghiera della torera 
Per Pedro Almodóvar

      Ti aspetto inginocchiata sull'arena
prego le mie mammelle
costrette nel corpetto
prego le mie spalle larghe
sotto lustrini e mostrine.
Ecco irrompi, toro – locomotiva
della coscienza esterna e schiacciante.


Allettamenti 
Per Stéphane Mallarmé

      “Ayant peur de mourir lorsque je couche seul”
risulta ormai incomprensibile
per l’eremita della città.
La morte è sempre un morbido sospetto,
sia in comune o solitario il letto.
(“Il letto è una rosa:
chi non dorme, si riposa”.)

      Ma a questo punto di vita
dormire a fianco altrui
è così ossimoronico —
      dormire soli: plurale come illusivo 
      ombrello della coppia —
da esser quasi blasfemo.
È una disperdizione un brulichìo
febbricitante e banale
che può battere il colpo fatale.

      Diverso,
il notturno viaggio in un letto
veramente solo e stretto: 
il soggetto raccoglie le energie
in un principium individuationis.


Alborada

      La magia del risveglio è che il profondo
combacia con la superficie
e la loro equimportanza 
segna il solo momento di saggezza
nella giornata.
Laghetto
7 agosto 2005


Il retaggio

Sua madre gli ha insegnato a non sorridere
con la pura e terribile
forza dell’esempio
e lui non ha saputo
imparare il sorriso 
(nemmeno quel suo
sorriso spezzato)
da sua figlia
e non avrà nipoti
da cui apprenderlo.


La muna
"Upon the moon I fixed my eye" (William Wordsworth)

      Sulla piana gelata del lago
grava la luce plenaria
che è latte fresco-munto
dalla vacca lunare
è il muu della mucca nella muna
è il solo rumore nella notte
(a parte le esplosioni occasionali
del ghiaccio sottolacustre
quando comincia a fendersi).

      Questa è una –
dolcemente patita
(anche nella plenitudine) 
perché sofferta
riflessa e riflettuta –
luce che seduce
la nostra debolezza
confondendo sogno e pensiero.


L'umiliazione

      "Devi essere umiliato", 
Madre Teresa ha detto,
"per trovare la via dell'umiltà". 
Lui dice: Non è detto.
Vi son tanti umiliati
che restano aplastati
e si vogliono insetti schiacciati
rimandando il riscatto
a vita oltrefrontiera.

      In verità è lunga la distanza
tra la coppa dell'umiliazione
e le labbra dell'umiltà.
Chi la vuole percorrere dovrà sperimentare
l'alchìmia che transmogrifa
il disvalore in valore—
dovrà ri-inventarsi l'orgoglio
di esser capace d'alzarsi
e la faccia lavarsi
e le scarpe calzarsi e strascinarsi
fino al cancello dei campi.
Ma la pista
dell'umiltà è già fredda
son deboli le tracce; 
la caccia, lunga e incerta.


Il prigionero sprigionato

Vorrebbe essere promosso
da prigioniero dei suoi peccati
a prigioniero di Cristo. Ha capito
che la prima prigione disgrega
e sgretola la persona;
Invece la seconda – che è gabbia
non incarcerante – è la struttura
intorno a cui la personalità si aggrega
e si concreta e cresce – così che
è Cristo in fondo il prigioniero suo
perchè chi sta racchiuso 
nel fondo è Lui –
è Lui il nucleo.

22 agosto 2009
Columbia University 
Hamilton Hall









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